L’abbinamento tra termocamino a legna e impianto a pavimento rappresenta la migliore soluzione per chi desidera un riscaldamento efficiente, ecologico ed economico. Purtroppo però su questo sistema si sono creati dei falsi pregiudizi che vogliamo sfatare per permettere a chiunque lo voglia di poterlo valutare senza farsi condizionare da cose inesistenti.
- Non è vero che l’impianto a pavimento può essere alimentato solo da caldaie a gas o da pompe di calore. Questo tipo di impianto è dotato di un miscelatore termostatico che garantisce la temperatura di progetto a prescindere da quella fornita dal generatore di calore. In pratica, funziona come il miscelatore di una doccia che una volta regolato fa uscire l’acqua alla temperatura desiderata qualunque sia quella presente nello scaldabagno da cui proviene. Pertanto, può essere alimentato sia dai termocamini che da qualunque altro tipo di caldaia.
- Non è vero che l’impianto a pavimento deve essere alimentato costantemente. In questo tipo di impianto, la temperatura si muove molto lentamente sia nel salire che nello scendere. Di conseguenza, anche se non viene alimentato spesso, la temperatura degli ambienti varia di poco. Pertanto, può essere alimentato anche da un termocamino e se di nuova concezione come quelli della Vulcano basterà caricarlo uno o al massimo due volte al giorno.
- Non è vero che agli impianti a pavimento serve il bollitore. Questo tipo di impianto ha una grande massa termica che ha bisogno di molto tempo per essere portata in temperatura. Pertanto, se si aggiunge un bollitore il tempo aumenta ancora di più. Il bollitore è obbligatorio sulle caldaie a pellet ed altre biomasse. Sui termocamini a legna non esiste alcun obbligo di bollitore.
In definitiva un termocamino, specialmente se di nuova concezione come quelli della Vulcano, può rappresentare la migliore soluzione per questo tipo di impianto. Non solo per il risparmio, per il modo di riscaldare e per le sensazioni che solo un prodotto del genere può creare ma anche per situazioni particolari in cui potremmo trovarci e di cui portiamo qualche esempio.
Ipotizziamo la prima accensione dell’anno oppure la situazione in cui potremmo trovarci tornando a casa dopo aver tenuto l’impianto spento per parecchi giorni oppure per un fermo volontario o involontario dello stesso. Con una caldaia a gas o di altro tipo servirebbe più di un giorno per portare l’impianto a regime e nel frattempo non avremmo altro modo per riscaldarci. Con un termocamino servirebbe più o meno lo stesso tempo ma nel frattempo potremmo riscaldarci con la sua fiamma e poco dopo tutta la stanza avrebbe una temperatura più che gradevole.
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